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al convegno dei metalmeccanici
L’Archivio Storico del Lavoro “Sergio Parenzan” della Camera del Lavoro CGIL di Gorizia e Monfalcone, oggi intitolato a Sergio Parenzan, nasce dalla passione e dall’impegno volontario di due figure di spicco del sindacato isontino: Renato Papais e Sergio Parenzan.
Entrambi con un passato da operai del Cantiere navale di Monfalcone, protagonisti nella Resistenza e per decenni dirigenti nella FIOM e nella CGIL, intuirono fin da subito l’importanza di conservare la memoria delle vicende del mondo del lavoro e del movimento sindacale.
Iniziarono così a raccogliere e conservare accordi, documenti di ogni genere, fotografie e manifesti che hanno segnato la storia dei lavoratori dell’Isontino, coinvolgendo da subito anche l’allora Segretaria dei tessili Maria Selli e lo storico Segretario generale della CGIL isontina negli anni ’50 e ’60, Fulvio Bergomas.
Dopo la pensione, Parenzan e Papais continuarono il loro impegno spostando tutto il materiale accumulato in uno scantinato della vecchia sede CGIL di via 25 Aprile alla nuova sede di via Pacinotti 21, sempre a Monfalcone, dando così vita al nucleo iniziale dell’archivio che fu inaugurato ufficialmente il 26 settembre del 2005 e, fu dedicato allo scomparso Sergio Parenzan.
Un contributo fondamentale venne in seguito da Lucio Tori che con il suo lavoro volontario si dedicò alla classificazione e alla digitalizzazione dei materiali, creando una struttura organica e un database relazionale per rendere l’archivio facilmente consultabile.
Nel 2011, l’Archivio è stato riconosciuto dal Ministero per i beni e le attività culturali della Soprintendenza Archivistica per il Friuli Venezia Giulia come bene da tutelare di interesse culturale.
Da aprile del 2025, vent’anni dopo la costituzione ufficiale, l’Archivio storico del lavoro Sergio Parenzan, nel frattempo cresciuto, è stato ricollocato in una nuova sede più adeguata, sempre a Monfalcone, in via Ponchielli 4.
Lo scopo primario dell’Archivio Sergio Parenzan è conservare la memoria dei fatti e dei documenti che hanno fatto la storia del movimento dei lavoratori della provincia di Gorizia, rendendoli accessibili a tutti per motivi di studio e divulgazione.
01
Un Filo Indissolubile con il Passato: La Memoria Vive!
L’ Archivio Storico del Lavoro “Sergio Parenzan” custodisce con cura la memoria delle vicende del mondo del lavoro e del movimento sindacale isontino nel corso del Novecento.
Nato dalla consapevolezza dell’importanza della conservazione e trasmissione di questa memoria, l’archivio assicura che la storia di “gente non comune“, uomini e donne che con il loro impegno hanno contribuito alla storia di queste terre, non vada perduta. Preservare questi documenti significa garantire a tutti l’accesso a questa memoria collettiva, affinché le lotte sociali e le conquiste del passato siano un punto di riferimento per le giovani generazioni e per la comprensione del presente. Come sottolineato nella cerimonia di inaugurazione, senza memoria non c’è futuro.
02
Scrigni di Verità: Le Voci Autentiche della Storia Operaia
L’ Archivio Storico del Lavoro “Sergio Parenzan” raccoglie un patrimonio documentario prezioso, frutto della paziente opera di raccolta e selezione di dirigenti sindacali come Renato Papais e Sergio Parenzan. Tra i suoi oltre 570 faldoni si trovano accordi, documenti di ogni genere concernenti il lavoro e il sindacato, oltre 28.000 fotografie catalogate, più di 800 volumi e pubblicazioni, oltre 900 manifesti murali e decine di video. Questo materiale permette di ricostruire non solo la storia produttiva, ma soprattutto le conquiste sociali del territorio, come testimonia il volume “Cent’anni di cantiere” basato in gran parte su questi documenti.
Le immagini in bianco e nero, ove è sempre più difficile una netta divisione tra foto storiche e foto di cronaca, con manifestazioni e occupazioni sono testimonianze dirette di un passato che ha plasmato il presente.
03
Porte Aperte alla Conoscenza:
Un Tesoro Accessibile a Tutti
L’Archivio Storico del Lavoro “Sergio Parenzan” è sempre aperto agli studiosi siano storici che giovani studenti; i materiali sono più volte stati messi a disposizione per rassegne, mostre ed iniziative culturali. Grazie al lavoro di classificazione e digitalizzazione, gran parte del materiale è agilmente consultabile tramite un data base relazionale. L’archivio è stato riconosciuto dal Ministero per i beni e le attività culturali come bene da tutelare di interesse culturale, sottolineando la sua importanza per la collettività e la sua disponibilità per la ricerca e la comprensione della storia del lavoro.
“Dalle lotte operaie alle conquiste sociali, l'Archivio Parenzan racconta la storia del lavoro”
Il valore della memoria
Il libretto colonico
di fine Ottocento
Un giorno, Renato Papais si trovò tra le mani un oggetto semplice ma carico di storia: un libretto colonico risalente alla fine dell’Ottocento. Non sappiamo esattamente come vi entrò in possesso, ma quel che lesse tra le sue pagine lo colpì profondamente. Il libretto registrava minuziosamente l’ammontare dei debiti, le regalie e i servizi che i mezzadri erano costretti a versare ai proprietari terrieri. Quelle cifre scarne, quelle righe che descrivevano una vita di sacrifici e di dipendenza, parlarono a Renato con una forza inaspettata.
Fu come guardare indietro nel tempo e vedere le radici delle ingiustizie contro cui si batteva nel presente. Quel libretto non era solo un pezzo di carta ingiallito; era la testimonianza tangibile di un passato che continuava a influenzare il presente. In quel preciso istante, nacque in Renato una consapevolezza potente: la memoria, custodita nei documenti, era uno strumento fondamentale per capire il presente e costruire un futuro più giusto.
Questa scoperta accese in lui una vera e propria “mania“, come la chiamò lui stesso, per la conservazione di tutto ciò che riguardava il mondo del lavoro. Da quel giorno, Renato iniziò a raccogliere con cura accordi, documenti sindacali, fotografie, manifesti, consapevole che ogni pezzo di carta, ogni immagine, raccontava una parte della storia del movimento dei lavoratori. Questa passione non rimase un fatto isolato. Renato condivise questa sua scoperta con altri compagni, tra cui Sergio Parenzan a cui oggi è intitolato l’archivio.

“la memoria, custodita nei documenti, era uno strumento fondamentale per capire il presente e costruire un futuro più giusto”
Renato Papais
Renato Papais e Sergio Parenzan:
Custodi della Memoria
Operaia Isontina
Renato Papais
Il Fondatore e l'instancabile Custode
Renato Papais è riconosciuto come il responsabile e fondatore dell’archivio. Fu lui a intuire l’utilità di costruire una memoria capace di interpretare gli eventi passati per il presente. La sua passione per la raccolta, la ricerca e la divulgazione del materiale utile si sviluppò fin dalla giovane età. Un momento cruciale fu quando, durante una conversazione con Parenzan (già in pensione) nel 1995, propose di sistemare insieme il materiale raccolto. Parenzan accettò immediatamente, e la loro preziosa collaborazione diede il via alla vera e propria organizzazione dell’archivio: selezionando, catalogando, etichettando e numerando i faldoni, e creando un sistema di consultazione. L’interesse profondo di Papais per la storia e il suo legame con il passato furono un elemento fondante della sua militanza sindacale. La lettura di un antico libretto colonico lo spinse a comprendere l’importanza di conservare la documentazione contemporanea per capire il legame tra passato e presente. Papais unì il suo materiale a quello di altri, tra cui Sergio Parenzan, condividendo una forte dedizione alla preservazione della memoria.
Renato Papais è scomparso nel 2012 all’età di 84 anni.
L’ archivio porta il nome di Sergio Parenzan, figura carismatica e indiscusso “Capo Popolo” ai cantieri navali di Monfalcone. Il suo ruolo nel movimento operaio fu centrale: ricoprì la carica di Segretario Provinciale della FIOM, fece parte del Comitato Direttivo della CCdL di Gorizia, e fu anche consigliere comunale a Monfalcone.
L’intitolazione dell’archivio a Parenzan sottolinea il suo valore e la sua importanza per l’organizzazione sindacale e per la storia del territorio.
Sergio Parenzan
Il “Capo Popolo” e l'Anima dell'Archivio
Altri Collaboratori significativi nella costruzione e nel mantenimento dell' Archivio Parenzan
Il “pallino sul valore della memoria”
Fulvio Bergomas: Già segretario generale della CGIL Isontina negli anni ’50 e ’60, condivideva con Papais e Parenzan l’interesse per la conservazione della memoria storica. Durante il suo mandato, utilizzava una stanza come archivio della CdLT, dimostrando una precoce attenzione alla raccolta di materiale sindacale.
Maria Selli: Classe 1923, segretaria del Sindacato dei tessili e componente della segreteria della CdLT di Gorizia, la cui preziosa collaborazione portò all’arricchimento dell’archivio con materiale pregevole. Maria Selli è scomparsa nel 1981.
Lucio Torri: A lui va il merito di aver catalogato e trasferito tutto il materiale dell’archivio su supporti informatici, un lavoro fondamentale per la consultazione e la conservazione digitale dei documenti.
Francesco “Checo” Munari: Un altro pensionato ottantenne, già dirigente sindacale al cantiere navale e poi dirigente dei pensionati, che ha affiancato l’archivio occupandosi della prima cernita del materiale da utilizzare. Francesco Munari è scomparso nel 2015.
Renzo Bergamasco: Collaboratore di Francesco Munari, che lo assiste nell’incombenza della prima selezione del materiale.
Roberto Massera: Segretario generale della CGIL Isontina dal 2000 al 2008 è stato responsabile dell’Archivio Storico dal 2010 al 2023.
Paola Poiani: Viene ricordata per il suo impegno pluriennale nella raccolta di tutti i manifestini riprodotti al ciclostile nella sede di Monfalcone, destinati all’archivio.

Monfalcone 1963 – Maria Selli e Sergio Parenzan durante una manifestazione unita dei tessili e metalmeccanici
Queste figure, con il loro impegno e la loro passione, hanno contribuito in maniera fondamentale alla creazione, all’organizzazione e alla conservazione dell’ Archivio storico della CGIL di Monfalcone “Sergio Parenzan”. La loro consapevolezza dell’importanza della memoria del mondo del lavoro ha reso possibile la creazione di questo prezioso “scrigno di verità“.